mercoledì 17 agosto 2022

ODE AL POMODORO

 

Foto fatta a Candes-Saint-Martin presso un posticino da favola "Le jardin des envies".


La strada

si riempì di pomodori,

mezzogiorno,

estate,

la luce

si divide

in due

metà

di un pomodoro,

scorre

per le strade

il succo.

In dicembre

senza pausa

il pomodoro,

invade

le cucine,

entra per i pranzi,

si siede

riposato

nelle credenze,

tra i bicchieri,

le matequilleras

la saliere azzurre.

Emana

una luce propria,

maestà benigna.

Dobbiamo, purtroppo,

assassinarlo:

affonda

il coltello

nella sua polpa vivente,

è una rossa

viscera,

un sole

fresco,

profondo,

inesauribile,

riempie le insalate

del Cile,

si sposa allegramente

con la chiara cipolla,

e per festeggiare

si lascia

cadere

l'olio,

figlio

essenziale dell'ulivo,

sui suoi emisferi socchiusi,

si aggiunge

il pepe

la sua fragranza,

il sale il suo magnetismo:

sono le nozze

del giorno

il prezzemolo

issa

la bandiera,

le patate

bollono vigorosamente,

l'arrosto

colpisce

con il suo aroma

la porta,

è ora!

andiamo!

e sopra

il tavolo, nel mezzo

dell'estate,

il pomodoro,

astro della terra,

stella

ricorrente

e feconda,

ci mostra

le sue circonvoluzioni,

i suoi canali,

l'insigne pienezza

e l'abbondanza

senza ossa,

senza corazza,

senza squame né spine,

ci offre

il dono

del suo colore focoso

e la totalità della sua freschezza.


Pablo Neruda

lunedì 8 agosto 2022

È QUEL CHE È


MC Escher, Mani che disegnano



È assurdo

dice la ragione

È quel che è

dice l’amore


È infelicità

dice il calcolo

Non è altro che dolore

dice la paura

È vano

dice il giudizio

È quel che è

dice l’amore


È ridicolo

dice l’orgoglio

È avventato

dice la prudenza

È impossibile

dice l’esperienza

È quel che è

dice l’amore


Erich Fried