martedì 13 dicembre 2022

SONO SOLO UNA FANCIULLA

 

Foto dal web


Sono folle di te, amore

che vieni a rintracciare

nei miei trascorsi

questi giocattoli rotti delle mie parole.


Ti faccio dono di tutto

se vuoi,

tanto io sono solo una fanciulla

piena di poesia

e coperta di lacrime salate,

io voglio solo addormentarmi

sulla ripa del cielo stellato

e diventare un dolce vento

di canti d'amore per te.


Alda Merini 


domenica 9 ottobre 2022

TANTE FORESTE....

 



Tante foreste strappate alla Terra
e massacrate
distrutte finite
rotativizzate.

Tante foreste sacrificate per fornire la carta
ai miliardi di giornali che ogni anno attirano 
l'attenzione dei lettori sui rischi del diboscamento.

Jacques Prévert

martedì 6 settembre 2022

MISTERO

 






Ora sono tutto
Un calice di baci,
Simile a quelli che
Le snelle offerenti
D'Egitto riempivano
Per i furori divini.

A te alzo
Il mio calice di baci
E tra gli azzurri recessi
Del tempio
Ti invoco
Con folli carezze.

Mentre all'orlo
Vermiglio delle mie labbra
Scivola la passione;
E giù per il mio snello
E candido corpo gocciola
Il fluido inno.

E ancora davanti
All'altare, io
Elevo il calice
Colmo e grido
A te di chinarti
E di bere, Eccelsa.

David Herbert Lawrence

mercoledì 17 agosto 2022

ODE AL POMODORO

 

Foto fatta a Candes-Saint-Martin presso un posticino da favola "Le jardin des envies".


La strada

si riempì di pomodori,

mezzogiorno,

estate,

la luce

si divide

in due

metà

di un pomodoro,

scorre

per le strade

il succo.

In dicembre

senza pausa

il pomodoro,

invade

le cucine,

entra per i pranzi,

si siede

riposato

nelle credenze,

tra i bicchieri,

le matequilleras

la saliere azzurre.

Emana

una luce propria,

maestà benigna.

Dobbiamo, purtroppo,

assassinarlo:

affonda

il coltello

nella sua polpa vivente,

è una rossa

viscera,

un sole

fresco,

profondo,

inesauribile,

riempie le insalate

del Cile,

si sposa allegramente

con la chiara cipolla,

e per festeggiare

si lascia

cadere

l'olio,

figlio

essenziale dell'ulivo,

sui suoi emisferi socchiusi,

si aggiunge

il pepe

la sua fragranza,

il sale il suo magnetismo:

sono le nozze

del giorno

il prezzemolo

issa

la bandiera,

le patate

bollono vigorosamente,

l'arrosto

colpisce

con il suo aroma

la porta,

è ora!

andiamo!

e sopra

il tavolo, nel mezzo

dell'estate,

il pomodoro,

astro della terra,

stella

ricorrente

e feconda,

ci mostra

le sue circonvoluzioni,

i suoi canali,

l'insigne pienezza

e l'abbondanza

senza ossa,

senza corazza,

senza squame né spine,

ci offre

il dono

del suo colore focoso

e la totalità della sua freschezza.


Pablo Neruda

lunedì 8 agosto 2022

È QUEL CHE È


MC Escher, Mani che disegnano



È assurdo

dice la ragione

È quel che è

dice l’amore


È infelicità

dice il calcolo

Non è altro che dolore

dice la paura

È vano

dice il giudizio

È quel che è

dice l’amore


È ridicolo

dice l’orgoglio

È avventato

dice la prudenza

È impossibile

dice l’esperienza

È quel che è

dice l’amore


Erich Fried

venerdì 8 luglio 2022

IL PONTE DI MIRABEAU

 





Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna
E i nostri amor
Che io me ne sovvenga
La gioia mai mancò dopo il dolor

Venga la notte rintocchi l’ora
I giorni se ne vanno io non ancora

Le mani nelle mani restando faccia a faccia
Lasciam che giù
Sotto l’arcata delle nostre braccia
D’eterni sguardi  passi l’onda lassa

Venga la notte rintocchi l’ora
I giorni se ne vanno io non ancora

L’amore se ne va come va la corrente
L’amore va
Come la vita è lenta
E come la Speranza è violenta

Venga la notte rintocchi l’ora
I giorni se ne vanno io non ancora

Giornate e settimane il tempo corre
Né più il passato
Né più l’amore torna
Sotto il ponte Mirabeau la Senna scorre

Venga la notte rintocchi l’ora
I giorni se ne vanno io non ancora.

Guillaume Apollinaire 

lunedì 4 luglio 2022

AMORE A PRIMA VISTA

 

foto dal web


Sono entrambi convinti

Che un sentimento improvviso li unì.

E’ bella una tale certezza,

Ma l’incertezza è più bella.


Non conoscendosi prima, credono

Che non sia mai successo nulla fra loro.

Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi

Dove da tempo potevano incrociarsi?


Vorrei chiedere loro

Se non ricordano –

Una volta un faccia a faccia

Forse in una porta girevole?

Uno “scusi” nella ressa?

Un “ha sbagliato numero” nella cornetta?

– ma conosco la risposta.

No, non ricordano.


Li stupirebbe molto sapere

Che già da parecchio

Il caso stava giocando con loro.


Non ancora del tutto pronto

A mutarsi per loro in destino,

Li avvicinava, li allontanava,

Gli tagliava la strada,

E soffocando una risata,

Si scansava con un salto.


Vi furono segni, segnali,

Che importa se indecifrabili.

Forse tre anni fa

O martedì scorso

Una fogliolina volo’ via

Da una spalla a un’altra?

Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.

Chissà, era forse la palla

Tra i cespugli dell’infanzia?


Vi furono maniglie e campanelli

Su cui anzitempo

Un tocco si posava sopra un tocco.

Valigie accostate nel deposito bagagli.

Una notte, forse, lo stesso sogno

Subito confuso al risveglio.


Ogni inizio infatti

E’ solo un seguito

E il libro degli eventi

E’ sempre aperto a metà.


Wislawa Szymborska

domenica 12 giugno 2022

SE SI TRATTA DI TE, IO SONO FELICE

Frida Kahlo e Chavela Vargas _ Ponme la mano aquì, Chavela.


E’ la tua voce che mi tranquillizza.
E’ il tuo modo di parlare, il tuo modo di chiamarmi,
quel nomignolo che mi riservi.
E’ il fatto di immaginarti perché non posso vederti.
E’ dovermi figurare la smorfia della tua bocca.
E’ che sei tu.
E quando si tratta di te, io non lo so che mi succede.
Per quanto cerco di trattenermi, se si tratta di te, io sono felice.

Carlos Ruiz Zafón

giovedì 14 aprile 2022

IO TE VURRIA ABBASTÀ

 




Io te vurria vasa’ “, sospira la canzone
ma prima e più di questo io ti vorrei bastare,
io te vurria abbasta’,
come la gola al canto come il coltello al pane
come la fede al santo io ti vorrei bastare.
E nessun altro abbraccio potessi tu cercare
in nessun altro odore addormentare,
io ti vorrei bastare,
io te vurria abbasta’.
” Io te vurria vasa’ “, insiste la canzone
ma un pò meno di questo io ti vorrei mancare
io te vurria manca’,
più del fiato in salita
più di neve a Natale
di benda su ferita
più di farina e sale.
E nessun altro abbraccio potessi tu cercare
in nessun altro odore addormentare,
io ti vorrei mancare,
io te vurria manca’.

Erri De Luca

martedì 15 marzo 2022

VERRA IN GIORNO

 


Verrà un giorno più puro degli altri:

scoppierà la pace sulla terra

come un sole di cristallo.

Una luce nuova

avvolgerà le cose.

Gli uomini canteranno per le strade

ormai liberi dalla morte menzognera.

Il frumento crescerà sui resti

delle armi distrutte

e nessuno verserà

il sangue del fratello.

Il mondo apparterrà alle fonti

e alle spighe che imporranno il loro impero

di abbondanza e freschezza senza frontiere.


Jorge Carrera Andrade

domenica 13 marzo 2022

NASI CHE AMO. I TUOI.


Conosco nasi bellissimi.

Li ho visti dormire.

Li ho visti godere.

Li ho visti fermarsi.

Per dispetto.

Per disappunto.

Per principio.

Erano sempre i tuoi nasi.

E li ho amati tutti.


Enza Rita 


giovedì 10 febbraio 2022

LE POESIE CHE HO VISSUTO TACENDO SUL TUO CORPO


Danze notturne#1, foto di Valeria Pierini

Le poesie che ho vissuto tacendo sul tuo corpo

mi chiederanno la loro voce un giorno, quando andrai.

Ma io non avrò più voce per ridirle allora. Perché tu eri abituata

a camminare scalza per le stanze, e poi ti rannicchiavi sul letto,

gomitolo di piume, seta e fiamma selvaggia. Incrociavi le mani

sui ginocchi, mettendo in mostra provocante

i piedi rosa impolverati. Devi ricordarmi così – dicevi;

ricordarmi così coi piedi sporchi; coi capelli

che mi coprono gli occhi – perché così ti vedo più profondamente. 

Dunque, come potrò più avere voce. 

La Poesia non ha mai camminato così

sotto i bianchissimi meli in fiore di nessun paradiso.


Ghiannis Ritsos

giovedì 3 febbraio 2022

TU PER ME SEI CREATURA TRISTE

 

Lichtenstein,''Il bacio''


Tu sei per me una creatura triste,
un fiore labile di poesia,
che, nell’istante stesso che lo godo
e tento inebriarmene,
sento fuggire lontano
tanto lontano,
per la miseria dell’anima mia,
la mia miseria triste.
Quando ti stringo pazzamente al cuore
e ti suggo la bocca,
a lungo, senza posa,
sono triste, bambina,
perché sento il mio cuore tanto stanco
di amarti cosí male.
Tu mi dài la tua bocca
e insieme ci sforziamo di godere
il nostro amore che sarà mai lieto
perché l’anima in noi è troppo stanca
dei sogni già sognati.
Ma sono io sono io il vile,
e tu sei tanto in alto
che, quando penso a te,
non mi resta che struggermi d’amore
per quel poco di gioia che mi dài,
non so se per capriccio o per pietà.
La tua bellezza è una bellezza triste
quale avrei mai osato di sognare,
ma, come tu mi hai detto, è solo un sogno.
Quando ti parlo le cose piú dolci
e ti stringo al mio cuore
e tu non pensi a me,
hai ragione, bambina:
io sono triste triste e tanto vile.
Ecco, tu sei per me
null’altro che una fragile illusione
dai grandi occhi di sogno,
che per un’ora mi si stringe al cuore
e mi ricolma tutto
di cose dolci, piene di rimpianto.
Cosí mi accade quando stancamente
mi struggo a infondere nei versi lievi
un mio spasimo triste.
Un fiore labile di poesia,
nulla di piú, mio amore.
Ma tu non sai, bambina,
e mai saprai ciò che mi fa soffrire.
Continuerò, piccolo fiore biondo,
che hai già tanto sofferto nella vita,
a contemplarti il viso che ti piange
anche quando sorride
– oh la dolcezza triste del tuo viso!
non saprai mai, bambina –
continuerò a adorare accanto a te
le tue piccole membra melodiose
che han la dolcezza della primavera
e son tanto struggenti e profumate
che io quasi impazzisco
al pensiero che un altro le amerà
stringendole al suo corpo.
Continuerò a adorarti,
e a baciarti e a soffrire,
finché tu un giorno mi dirai che tutto
dovrà essere finito.
E allora tu non sarai piú lontana
e non mi sentirò piú stanco il cuore,
ma urlerò dal dolore
e ribacerò in sogno
e mi stringerò al petto
l’illusione svanita.
E scriverò per te,
per il tuo ricordo straziante
pochi versi dolenti
che tu non leggerai piú.
Ma a me staranno atroci
inchiodati nel cuore
per sempre.


Cesare Pavese

martedì 1 febbraio 2022

PI GRECO

 





È degno di ammirazione il Pi greco  tre virgola uno quattro uno.

Anche tutte le sue cifre successive sono iniziali, cinque nove due, poiché non finisce mai.

Non si lascia abbracciare sei cinque tre cinque dallo sguardo,

 otto nove, dal calcolo, sette nove dall'immaginazione,

 e nemmeno tre due tre otto dallo scherzo,

ossia dal paragone quattro sei con qualsiasi cosa due sei quattro tre al mondo.

Il serpente più lungo della terra dopo vari metri si interrompe.

Lo stesso, anche se un po' dopo, fanno i serpenti delle fiabe.

Il corteo di cifre che compongono il Pi greco non si ferma sul bordo della pagina,

È capace di srotolarsi sul tavolo, nell'aria, attraverso il muro, la foglia, il nido, le nuvole,

diritto fino al cielo, per quanto è gonfio e senza fondo il cielo.

Quanto è corta la treccia della cometa, proprio un codino!

Com'è tenue il raggio della stella, che si curva a ogni spazio!

E invece qui due tre quindici trecentodiciannove il mio numero di telefono

il tuo numero di collo l'anno millenovecentosettantatré sesto piano

il numero degli inquilini sessantacinque centesimi la misura dei fianchi due dita

sciarada e cifra in cui vola e canta usignolo mio oppure si prega di mantenere la calma,

e anche la terra e il cielo passeranno,

ma non il Pi greco,

oh no, niente da fare,

esso sta lì con il suo cinque ancora passabile,

un otto niente male, un sette non ultimo,

incitando, ah, incitando

l'indolente eternità a durare.


Wislawa Szymbrosca


lunedì 31 gennaio 2022

TIENIMI PER MANO




Tienimi per mano al tramonto,

quando la luce del giorno si spegne 
e l’oscurità fa scivolare il suo drappo di stelle
Tienila stretta quando non riesco a viverlo questo mondo imperfetto
Tienimi per mano
portami dove il tempo non esiste
Tienila stretta nel difficile vivere.
Tienimi per mano nei giorni in cui mi sento disorientato
cantami la canzone delle stelle dolce cantilena di voci respirate
Tienimi la mano,
e stringila forte prima che l’insolente fato possa portarmi via da te
Tienimi per mano e non lasciarmi andare
mai....

Herman Hesse

mercoledì 26 gennaio 2022

TRA LE TUE BRACCIA

 

Gauze Mapplethorpe


C’è un posto nel mondo
dove il cuore batte forte,
dove rimani senza fiato,
per quanta emozione provi,
dove il tempo si ferma
e non hai più l’età;
quel posto è tra le tue braccia
in cui non invecchia il cuore,
mentre la mente non smette mai di sognare…
Da lì fuggir non potrò
poiché la fantasia d’incanto
risente il nostro calore e no…
non permetterò mai
ch’io possa rinunciar a chi
d’amor mi sa far volar.

Alda Merini



giovedì 20 gennaio 2022

A TE SI GIUNGE SOLO

 

Le baiser, Robert Doisneau


A te si giunge solo
attraverso di te. Ti aspetto.

Io certo so dove sono,
la mia città, la strada, il nome
con cui tutti mi chiamano.
Ma non so dove sono stato
con te.
Lí mi hai portato tu.

Come
potevo imparare il cammino
se non guardavo altro
che te,
se il cammino erano i tuoi passi,
e il suo termine
l’istante che tu ti fermasti?
Cosa ancora poteva esserci
oltre a te offerta, che mi guardavi?

Ma ora,
quale esilio, che assenza
essere dove si è!
Aspetto, passano i treni,
il caso, gli sguardi.
Mi condurrebbero forse
dove mai sono stato.
Ma io non voglio i cieli nuovi.
Voglio stare dove sono già stato.
Con te, tornare.
Quale immensa novità
tornare ancora,
ripetere, mai uguale,
quello stupore infinito!

E finché tu non verrai
io rimarrò alle soglie
dei voli, dei sogni,
delle scie, immobile.
Perché so che là dove sono stato
né ali, né ruote, né vele
conducono.
Hanno tutte smarrito il cammino.
Perché so che là dove sono stato
si giunge solo
con te, attraverso di te.

Pedro Salinas

mercoledì 12 gennaio 2022

 

Marc Chagall, Over the town


Pur ancora a letto, i miei pensieri volano a te, mia Immortale Amata, ora lieti, ora tristi, aspettando di sapere se il destino esaudirà i nostri voti — posso vivere soltanto e unicamente con te, oppure non vivere più — Sì, sono deciso ad andare errando lontano da te finché non potrò far volare la mia anima avvinta alla tua nel regno dello spirito — Sì, purtroppo dev’essere così — Sarai più tranquilla, poiché sai bene quanto ti sia fedele. Nessun’altra potrà mai possedere il mio cuore — mai — mai — oh Dio, perché si dev’essere lontani da chi si ama tanto. 

E la mia vita a Vienna è ora così infelice — Il tuo amore mi rende il più felice e insieme il più infelice degli uomini — alla mia età ho bisogno di una vita tranquilla e regolare — ma può forse esser così nelle nostre condizioni? Angelo mio, mi hanno appena detto che la posta parte tutti i giorni — debbo quindi terminare in fretta cosicché tu possa ricevere subito la lettera. — Sii calma, solo considerando con calma la nostra esistenza riusciremo a raggiungere la nostra meta, vivere insieme — Sii calma — amami — oggi — ieri — che desiderio struggente di te — te — te — vita mia — mio tutto — addio. — Oh continua ad amarmi — non giudicare mai male il cuore fedelissimo del tuo amato.

Eternamente tuo

Eternamente mia

Eternamente nostri


Ludwig van Beethoven