Danze notturne#1, foto di Valeria Pierini |
Le poesie che ho vissuto tacendo sul tuo corpo
mi chiederanno la loro voce un giorno, quando andrai.
Ma io non avrò più voce per ridirle allora. Perché tu eri abituata
a camminare scalza per le stanze, e poi ti rannicchiavi sul letto,
gomitolo di piume, seta e fiamma selvaggia. Incrociavi le mani
sui ginocchi, mettendo in mostra provocante
i piedi rosa impolverati. Devi ricordarmi così – dicevi;
ricordarmi così coi piedi sporchi; coi capelli
che mi coprono gli occhi – perché così ti vedo più profondamente.
Dunque, come potrò più avere voce.
La Poesia non ha mai camminato così
sotto i bianchissimi meli in fiore di nessun paradiso.
Ghiannis Ritsos
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