domenica 15 novembre 2020
Le chat et l’oiseau
Un village écoute désolé
Le chant d'un oiseau blessé
C'est le seul oiseau du village
Et c'est le seul chat du village
Qui l'a à moitié dévoré
Et l'oiseau cesse de chanter
Le chat cesse de ronronner
Et de se lécher le museau
Et le village fait à l'oiseau
De merveilleuses funérailles
Et le chat qui est invité
Marche derrière le petit cercueil de paille
Où l'oiseau mort est allongé
Porté par une petite fille
Qui n'arrête pas de pleurer
"Si j'avais su que cela te fasse tant de peine"
Lui dit le chat
"Je l'aurais mangé tout entier
Et puis je t'aurais raconté
Que je l'avais vu s'envoler
S'envoler juqu'au bout du monde
Là-bas où c'est tellement loin
Que jamais on en revient
Tu aurais eu moins de chagrin
Simplement de la tristesse et des regrets
Il ne faut jamais faire les choses à moitié."
Jacques Prévert.
Un villaggio ascolta desolato
il canto d'un uccello ferito.
E' l'unico uccello del villaggio
e l'unico gatto del villaggio
l'ha divorato a metà;
l'uccello smette di cantare,
il gatto smette di far le fusa
e di leccarsi il muso.
Il villaggio prepara all'uccello
meravigliosi funerali,
e il gatto, che è invitato,
cammina dietro la piccola bara di paglia
ove l'uccello morto è disteso,
portata da una ragazzina
che non smette di piangere.
"Se avessi saputo di farti tanto male",
le dice il gatto,
"l'avrei mangiato tutto intero
e poi t'avrei raccontato
che l'avevo visto volar via,
volar via sino alla fine del mondo,
in un luogo talmente lontano
che mai nessuno ne ritorna.
Avresti provato meno dolore,
solo tristezza e rimpianti."
domenica 25 ottobre 2020
VIVERE A METÀ
Ricordi d’amore
Riportano dolcezze mai più rivissute
Ricordi di rabbia
Infieriscono momenti di dolore lancinante.
Vincenza Abbatiello
domenica 5 luglio 2020
MATTINO
Foto da archivio personale |
La finestra socchiusa contiene un volto
sopra il campo del mare. I capelli vaghi
accompagnano il tenero ritmo del mare.
Non ci sono ricordi su questo viso.
Solo un’ombra fuggevole, come di nube.
L’ombra è umida e dolce come la sabbia
di una cavità intatta, sotto il crepuscolo.
Non ci sono ricordi. Solo un sussurro
che è la voce del mare fatta ricordo.
Nel crepuscolo l’acqua molle dell’alba
che s’imbeve di luce, rischiara il viso.
Ogni giorno è un miracolo senza tempo,
sotto il sole: una luce salsa l’impregna
e un sapore di frutto marino vivo.
Non esiste ricordo su questo viso.
Non esiste parola che lo contenga
o accomuni alle cose passate. Ieri,
dalla breve finestra è svanito come
svanirà tra un istante, senza tristezza
né parole umane, sul campo del mare.
Cesare Pavese
domenica 7 giugno 2020
TENERE INSIEME LE COSE
In un campo
io sono l’assenza
del campo.
E
sempre così.
Ovunque io sia
io sono ciò che manca.
io sono l’assenza
del campo.
E
sempre così.
Ovunque io sia
io sono ciò che manca.
Quando cammino
divido l’aria
e sempre
l’aria refluisce
a riempire gli spazi
in cui era stato il mio corpo.
divido l’aria
e sempre
l’aria refluisce
a riempire gli spazi
in cui era stato il mio corpo.
Abbiamo tutti motivi
per muoverci.
Io mi muovo
per tenere insieme le cose.
per muoverci.
Io mi muovo
per tenere insieme le cose.
Mark Strand
giovedì 16 aprile 2020
LA PIù BELLA STORIA D'AMORE di SEPULVEDA
Foto dalla rete |
L’ultima nota del tuo addio
mi disse che non sapevo nulla
e che arrivavo
al tempo necessario
di imparare i perchè della materia.
Così, fra pietra e pietra
seppi che sommare è unire
e che sottrarre ci lascia
soli e vuoti.
Che i colori riflettono
l’ingenua volontà dell’occhio.
Che i solfeggi e i sol
raddoppiano la fame dell’orecchio
Che è la strada e la polvere
la ragione dei passi.
Che la via più breve
fra due punti
è il giro che li unisce
in un abbraccio sorpreso.
Che due più due
può essere un pezzo di Vivaldi.
Che i geni gentili
stanno nelle bottiglie di buon vino.
Una volta imparato tutto questo
tornai a disfare l’eco del tuo addio
e al suo posto palpitante scrissi
la Più Bella Storia d’Amore
ma, come dice l’adagio,
non si finisce mai
d’imparare e aver dubbi.
Così, ancora una volta
facilmente come nasce una rosa
o si morde la coda un a stella cadente,
seppi che la mia opera era scritta
perchè La Più Bella Storia d’Amore
è possibile solo
nella serena e inquietante
calligrafia dei tuoi occhi
Luis Sepúlveda
mercoledì 25 marzo 2020
UN DI' SI VENNE A ME MALINCONIA
foto dalla rete |
Oggi 25 marzo è la prima giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, il Dantedì,ed in questa occasione pubblico questa poesia
Un dì si venne a me Malinconia
e disse: "Io voglio un poco stare teco";
e parve a me ch’ella menasse seco
Dolore e Ira per sua compagnia.
E io le dissi: "Partiti, va via";
ed ella mi rispose come un greco:
e ragionando a grande agio meco,
guardai e vidi Amore, che venia
vestito di novo d’un drappo nero,
e nel suo capo portava un cappello;
e certo lacrimava pur di vero.
Ed eo li dissi: "Che hai, cattivello?".
Ed el rispose: "Eo ho guai e pensero,
ché nostra donna mor, dolce fratello".
lunedì 23 marzo 2020
NON INNAMORARTI DI UNA DONNA CHE LEGGE
La lettrice di romanzi, di Vincent Van Gogh_dalla rete |
Non innamorarti di una donna che legge,
di una donna che sente troppo,
di una donna che scrive…
Non innamorarti di una donna colta, maga, delirante, pazza.
Non innamorarti di una donna che pensa,
che sa di sapere e che inoltre è capace di volare,
di una donna che ha fede in se stessa.
Non innamorarti di una donna che ride
o piange mentre fa l’amore,
che sa trasformare il suo spirito in carne e, ancor di più,
di una donna che ama la poesia (sono loro le più pericolose),
o di una donna capace di restare mezz’ora davanti a un quadro o che non sa vivere senza la musica.
Non innamorarti di una donna intensa, ludica,
lucida, ribelle, irriverente.
Che non ti capiti mai di innamorarti di una donna così.
Perché quando ti innamori di una donna del genere,
che rimanga con te oppure no, che ti ami o no,
da una donna così, non si torna indietro.
Mai.
Martha Rivera Garrido
Iscriviti a:
Post (Atom)