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Foto dal Web |
Nascere non basta.
È per rinascere che siamo nati.
Ogni giorno.
Pablo Neruda
l'angolo poetico di vincenza abbatiello
Foto dalla rete |
Nulla in eterno dura,
il
nulla ha il sapore dell’inferno,
come
la mia terra arida in estate e fredda d'inverno.
La
mia terra custode e guardiana delle mie radici,
fa
l'occhiolino al sole del mattino
mi
accarezza col tramonto della sera.
La
mia terra è vera, è viva,
ha
l'odore del sudore e del sangue dei miei antenati
io
calpesto le loro orme ed assalito da ansie ancestrali,
ne
onoro la memoria.
La
mia terra è la mia insegnante dii vita,
è
la culla dell'amore di mia mamma,
è
la forza del coraggio di mio padre.
La
mia terra mi appartiene ed io le appartengo.
Il
mio corpo si fonde con la mia terra,
ed
imprigionato come un insetto nella tela di un ragno,
sprofondo
in un sogno che dal passato mi riconduce al presente,
come
un quadro antico riporta all'oggi vecchi ricordi reconditi.
Io,
ad essa legato, con un filo invisibile che mi trascina verso un futuro ombroso,
dove
l'unica luce, l'unica fidata compagna sarà' la mia terra.
Alla
mia terra, grazie!!!
Foto dalla rete |
Ho paura di vederti
bisogno di vederti
speranza di vederti
dispiacere di vederti
Ho voglia di trovarti
preoccupazione di trovarti
certezza di trovarti
miseri dubbi di trovarti
ho urgenza d’ascoltarti
allegria di ascoltarti
fortuna di ascoltarti
e timore d’ascoltarti
cioè
riassumendo
sono fottuto
e raggiante
forse più la prima cosa
che la seconda
e anche
viceversa.
Mario Benedetti
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Lamezia Terme. Dalla rete. |
Quando ancora il tuo nome nella mente,
Nausicaa Nausicaa, risuona,
– posso chiamarti così perché il mio nome è Nessuno –,
il sole inclina verso occidente
e qualcosa, e non è il mare, s’incrina,
che il boma ondeggiando indica al vento,
stilo che ancora scrive col tuo nome
sulla cera ardente della sera
l’illusione che il mare non dispera
di congiungersi a un porto.
E se un giorno in una città straniera
udrai un canto levarsi di ritorno
da una via laterale,
non distogliere il passo ma ascolta,
ascolta andando avanti,
quel canto che ricorda
quanto indimenticabile è il passato,
come se una lama ripassasse dentro la ferita;
ma il tuo stesso ascoltare, mia vita,
sia l’ultimo dono dell’oblio.
Ah se in città straniere ho ritrovato la patria
più che nella mia che non so ritrovare
per non distruggere questo canto che erra
forse più del mio orecchio…
Sono vecchio,
o giovane? Non so, non ne so altro
che l’enigma non serri nel suo petto.
Piero Bigongiari